Antonio Canova – Maddalena Penitente

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ANTONIO CANOVA – MADDALENA PENITENTE

Maddalena Penitente di Antonio Canova, Antonio Canova – Maddalena Penitente, Rome GuidesLa Maddalena Penitente di Antonio Canova è un gioiello marmoreo di sensibilità ed eleganze inarrivabili. La mostra tenutasi a Roma, presso Palazzo Braschi, e dedicata per l’appunto al grande scultore neoclassico Antonio Canova, è stata una delle tappe obbligate dell’Associazione Culturale Rome Guides nel 2020, con oltre venti visite guidate.

Vincenzo si è letteralmente trasformato per impersonare il grande artista veneto, raccontandone la vita e le opere e traghettando gli spettatori attraverso un’enorme quantità di bozzetti, terracotte, disegni, gessi e marmi che ne hanno raccontato la carriera romana dagli esordi alla morte.

LA GENESI DELL’OPERA

I marmi di Canova con soggetti religiosi sono decisamente pochi.

Mentre però lavorava sui canonici temi mitologici (Amore e Psiche, Venere e Adone), Canova iniziò a meditare su una figura cristiana che aveva affascinato moltissimi pittori suoi contemporanei, da Raphael Mengs a Pompeo Batoni: Maria Maddalena.

Quest’opera fu inizialmente destinata al conte Tiberio Roberti, amministratore dei beni finanziari ed immobiliari di Canova in Veneto. Gli eventi del 1797, però, con l’occupazione del Veneto da parte di Napoleone, determinarono l’abbandono della commissione del parte del conte Roberti, ed allora fu il francese Julliot, ai tempi occupante di Roma, ad acquistarla nel 1798 per 1000 zecchini. Riportata in Italia, finì per via traverse a Genova, dove si trova ancora oggi.

L’ANALISI DELLA MADDALENA

Canova sceglie di dare vita ad un’opera volutamente ambigua, fra il sacro ed il profano, con al contempo una resa appassionata del nudo e una commovente espressione di religiosità. Si noti la una forte sensibilità ottocentesca nell’osservare l’accentuato carattere naturalistico della Maddalena, in lacrime e accovacciata a terra, accanto a un teschio, con un crocifisso tra le mani, vistoso inserto in bronzo che ricorda i quadri del 500.

Le lacrime sono bellissime: sono le lacrime accennate della Dafne e quelle ben più visibili della Proserpina di Gian Lorenzo Bernini, opere accostate alla famosa Paolina Bonaparte dello stesso Canova e tutte visibili nel Tour Galleria Borghese dell’Associazione Rome Guides.

Ecco cosa interessava qui a Canova: il patetismo, il desiderio di commuovere, la resa della sofferenza interiore. Un’opera tutta figlia del cuore, in cui in confini fra scultura e pittura sono assai labili, con Canova che diede libero sfogo alla sua tecnica per creare sensazioni visive e tattili diverse: la roccia scabrosa, il teschio liscio, la corda rugosa, la pelle carnosa, la camiciola sul petto leggermente aperta affinchè anche l’occhio si appaghi, i capelli lunghissimi, e poi il tocco finale di colore con il crocifisso bronzeo.

Un’opera di cui anche Julliot aveva compreso il segreto, ossia il mostrarla nella giusta luce: per questo egli tappezzò un’intera sala di seta scura e pose uno specchio dietro alla Maddalena, esattamente come progettato nella Mostra, affinchè il visitatore potesse averne una visione completa del marmo e delle forme.

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